Giugno 2025: quando il teatro respira all’aperto
Giugno è il mese in cui l’Italia si trasforma in un palcoscenico diffuso. Non ci sono più solo teatri con sedute numerate, quinte e luci artificiali. C’è l’aria aperta, il fruscio degli alberi, le pietre calde dei borghi, le onde che si infrangono dietro una battuta, i cieli stellati che fanno da soffitto. E c’è una parola che attraversa tutti questi eventi: respiro. Quello che torna ad allargare il petto dopo mesi d’inverno. Quello che si sincronizza con la danza, con la voce, con i passi che si fanno silenziosi nel bosco.
Vi portiamo in un viaggio lungo la penisola, tra le esperienze più intense e vitali che il teatro e le arti performative offrono in questo giugno 2025.
Milano – Da vicino nessuno è normale
Fino al 1° luglio, all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini
Milano, città frenetica, si concede un momento di sospensione, un varco. E lo fa proprio lì dove si è curata la follia: il Paolo Pini. Da vicino nessuno è normale è più di un festival: è un invito alla trasformazione. Nato negli anni ’90, ha fatto dell’ex ospedale psichiatrico un luogo vivo, radicale, poetico.
Gli spettacoli invadono il parco, i padiglioni, le radure, i corridoi: ci si muove tra happening e installazioni, teatro di parola e azione. Si incontrano compagnie che fanno dell’inclusione una prassi e non una dichiarazione. Il Teatro La Ribalta di Bolzano porta in scena attori con disabilità, e c’è anche il collettivo DOM-, con un lavoro visionario sul tema del corpo e della cura. Il festival è accompagnato da laboratori, cucine condivise, musica. Ogni sera è una piccola festa civile.
Non è solo teatro, ma una comunità temporanea che si riconosce nel diritto alla fragilità. Una manifestazione che non spettacolarizza la differenza, ma la accoglie come elemento di verità.
Liguria – La Tosse d’Estate
Fino al 16 agosto – tra Apricale, Genova, Savona e Varazze
C’è un teatro che non ha paura della brezza marina, che si lascia spettinare dal vento e si affaccia dalle terrazze dei borghi. È il teatro della Tosse, compagnia storica genovese che da anni fa della scena un viaggio.
La Tosse d’Estate è un progetto nomade, e quest’anno più che mai si spinge tra mare e alture. Si parte da Genova, dove il Teatro della Tosse propone il nuovo spettacolo firmato da Emanuele Conte, una riscrittura onirica dell’Amleto: il principe danese, qui, si muove tra pontili e container, e i fantasmi parlano in genovese.
Poi si sale ad Apricale, borgo incantato nell’entroterra di Ventimiglia: qui le pietre raccontano, le piazze diventano arene, e gli spettacoli si intrecciano con la storia locale. A Savona, il festival porta una performance di teatro immersivo dedicata al mito di Arianna, con il pubblico chiamato a scegliere i propri percorsi. A Varazze, tra i pini e il mare, arriva invece il teatro per bambini, che si fa incanto e gioco.
Ogni sera è diversa, ogni luogo si fa personaggio. Un festival per chi non cerca solo uno spettacolo, ma una storia da vivere in prima persona.
Cagliari – Giornate del Respiro
Dal 5 al 14 giugno – tra il centro e i dintorni di Cagliari
Il nome già racconta tutto: Giornate del Respiro. Una rassegna che è anche pratica, esperienza, ascolto. Cagliari diventa laboratorio del vivere lento e sensibile. Si cammina insieme, si ascoltano i suoni, si danzano i silenzi.
Il cuore del festival è il colle di Monte Claro, dove ogni mattina si parte con passeggiate performative: piccoli gruppi guidati da artisti e performer, che intrecciano racconto, movimento e osservazione del paesaggio. Una delle esperienze più intense è il “Respiro nel tempo”, ideato da Silvia Gribaudi, che fonde camminata consapevole e improvvisazione corporea, invitando a ritrovare il ritmo del respiro come gesto artistico.
Nel centro storico, all’Orto dei Cappuccini, ogni sera si alternano concerti acustici e performance di danza site-specific. Non c’è palco: solo corpi che si muovono tra le persone, tra gli alberi, tra le pietre.
È un festival che si vive con calma, con apertura. Dove la bellezza non urla, ma si posa leggera.
Orobie Valtellinesi – Rami d’ORA
Dall’11 al 29 giugno – tra i boschi e i borghi abbandonati
Nel cuore delle Orobie, in provincia di Sondrio, Rami d’ORA è una delle esperienze più intense e rare da vivere a giugno. Il festival si snoda tra borghi disabitati, cascate nascoste, sentieri antichi. Ed è proprio lì, in questi luoghi dimenticati dal tempo, che l’arte torna a parlare.
Ogni evento è una sorta di rito: si parte a piedi, si sale tra i boschi, si arriva in uno spiazzo, una radura, una cascina. E lì accade qualcosa. Una danza, una lettura, un concerto acustico, una performance di teatro fisico. Il collettivo Fattoria Vittadini ha ideato “Lo Spazio che Respira”: un lavoro che nasce dal suono del vento, dai passi sulle foglie, dalle storie degli abitanti che non ci sono più.
Uno degli appuntamenti più attesi è “Il paese che dorme”, un’azione teatrale che abita per un’intera giornata le rovine del borgo di Scilironi. Il pubblico può entrare ed uscire, camminare tra le stanze, incontrare gli attori come fossero visioni.
Un festival che non si limita a portare arte nella natura, ma che riscrive la geografia dei sensi.
Rovigo – Festival Opera Prima
Dall’11 al 15 giugno – Centro storico e Teatro Studio
Rovigo, con la sua piazza elegante e il profilo basso, accoglie ogni anno uno dei festival più coraggiosi d’Italia. Opera Prima è il luogo delle prime volte, delle sperimentazioni, degli attraversamenti. Un festival dove non esiste comfort zone, e il pubblico viene invitato a mettersi in gioco.
Il programma 2025 è come sempre densissimo: ci sono artisti under 35 che debuttano con lavori inediti, ma anche grandi nomi della scena contemporanea che presentano nuove esplorazioni. Tra i protagonisti, il duo Ortika, con una performance sul corpo digitale; la compagnia Carullo-Minasi, che torna con un lavoro su Kafka; e l’ensemble DOM-, che presenta “Ermafrodito”, una riscrittura queer del mito.
Il festival si diffonde anche negli spazi urbani: in un vecchio barbiere dismesso si svolge un’azione performativa sui gesti quotidiani. In una corte interna, un monologo sul fallimento. Non è mai semplice, Opera Prima. Ma è sempre necessario.
Genova – Suq Festival – Teatro del Dialogo
Dal 12 al 22 giugno – Porto Antico
Nel cuore pulsante del Porto Antico, tra i profumi del Mediterraneo e le voci del mondo, Suq torna a raccontare l’umanità. Da 25 anni, questo festival è un luogo di incontro, scambio, ascolto. Il suo nome, Suq, richiama i mercati arabi: luoghi vivi, colorati, multietnici.
Qui il teatro si fa ponte tra le culture. Ogni sera uno spettacolo diverso, proveniente da Paesi diversi: dal Marocco al Libano, dalla Siria all’Iran, ma anche produzioni italiane che raccontano l’Italia che cambia. Nel 2025, il tema è “Ponti, non muri”, e i lavori selezionati parlano di migrazioni, radici, dialogo.
Il Suq è anche musica, artigianato, cibo. I laboratori per bambini si tengono all’aperto, mentre i dibattiti coinvolgono giornalisti, attivisti, scrittori. Si mangia couscous guardando uno spettacolo di danza africana. Si ascolta un concerto rom sotto le stelle. Si ride, si piange, si parla.
Un festival che è più di un evento culturale: è un gesto politico di apertura.
Pennabilli – Artisti in Piazza
Dal 12 al 15 giugno – nel cuore del borgo di Pennabilli (RN)
Pennabilli è un borgo che sembra uscito da un libro di Calvino. Vicoli, scalinate, angoli nascosti. E ogni anno, a giugno, diventa teatro a cielo aperto. Artisti in Piazza è un piccolo miracolo che si ripete da oltre 20 anni.
Il tema del 2025 è affascinante: autopoiesi, cioè la capacità di trasformarsi restando se stessi. Ed è proprio quello che accade a Pennabilli: il borgo cambia, ma resta profondamente sé stesso. Artisti di strada, musicisti, danzatori, teatranti arrivano da ogni parte del mondo. Si esibiscono ovunque: su un tetto, su una scala, tra i tavolini di un bar.
Il pubblico cammina, si lascia sorprendere, ride e si commuove. C’è anche spazio per la riflessione, con talk, laboratori, incontri. Ma soprattutto c’è un’energia collettiva che si sprigiona. Una sorta di magia.
Lago Maggiore – Cross Festival – Tone of Light
Dal 13 giugno al 2 luglio – Verbania, Cannobio, isole
Infine il Lago, con la sua luce sospesa. Il Cross Festival è forse l’appuntamento più poetico del mese. Tone of Light, il tema di quest’anno, è una dichiarazione d’intenti: seguire la luce, lasciarsi guidare dai suoi riflessi, ritrovarsi nella sua spiritualità.
I luoghi sono già spettacolo: le Isole Borromee, le terrazze sopra Verbania, i boschi sopra Cannobio. E qui si svolgono performance site-specific che uniscono danza contemporanea, arte visiva, meditazione e musica elettronica.
Il collettivo T.H.E Dance Company porta una coreografia all’alba sul lungolago, mentre la compagnia Gruppo Nanou si esibisce dentro una cappella sconsacrata con un lavoro sulla luce e l’ombra. Ogni spettacolo è preceduto o seguito da un momento di silenzio condiviso, per lasciare che l’esperienza si depositi.
Un festival che non si guarda soltanto. Si attraversa. Come una soglia.
Dove l’arte ci porta (anche dentro)
Giugno 2025 è il mese in cui l’arte prende fiato. E ci invita a fare altrettanto. Che sia in un ex ospedale psichiatrico a Milano, tra i boschi delle Orobie o sulle terrazze di Pennabilli, la scena teatrale italiana non si limita a offrire spettacoli: crea esperienze. Occasioni per guardare, ascoltare, e soprattutto sentire.
C’è un’Italia che racconta, che danza, che si trasforma. E in questi festival, quella voce si sente chiara. Basta solo aprirsi. E seguire il respiro.
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